Sul sito dell’Inps è stata resa disponibile la procedura che deve essere seguita per accedere ai prestiti per insegnanti. Esistono infatti dei prestiti riservati ai docenti iscritti d’ufficio alla Gestione Assistenza Magistrale, di cui fanno parte sia gli insegnanti di scuola statale dell’infanzia e primaria, sia i dirigenti scolastici provenienti dall’ex ruolo di direttori, così come i direttori dei servizi generali e amministrativi (anche nel caso in cui siano andati in pensione).
Insomma, chi lavora o ha lavorato nella scuola con uno di questi incarichi può accedere a delle soluzioni ad hoc. L’importo del prestito per insegnanti non è definito. Il limite previsto, più semplicemente, non può superare due mensilità dello stipendio attuale, comprensivo degli assegni continuativi e fissi. Ciò significa che se un insegnante, considerando il tutto, va a percepire 1.800 euro mensili, il prestito non potrà superare i 3.600 euro. Il finanziamento va rimborsato in 24 rate mensili, e non appena parte fa sì che dallo stipendio del contraente venga trattenuto l’1% della cifra lorda del prestito, a titolo di spese di amministrazione e fondo di garanzia, e l’1.50% lordo in quanto tasso di interesse annuo.
Una volta estinto ci sarà poi la possibilità di richiedere un altro prestito con le stesse identiche modalità, ma bisognerà appunto aver chiuso il precedente per poterne aprire un altro. Occhio però, perché dal momento in cui non parliamo di una linea di credito tradizionale, il prestito per insegnanti vale solo ed esclusivamente per alcuni specifici casi.
Nascita o adozione di figli, matrimonio proprio o dei figli, morte di un familiare, malattie gravi in famiglia, acquisto o manutenzione della casa, cure odontoiatriche proprie o per un familiare a carico, trasferimento di residenza, acquisto di un’auto, adempimento delle spese universitarie o eventi straordinari vari sono i casi riconosciuti come idonei per l’accesso al credito. La domanda va presentata online tramite il portale dell’Inps, non prima di aver fatto l’accesso ovviamente con il proprio “Pin dispositivo”.