Il conto corrente cointestato è una particolare formula secondo la quale due o più soggetti possono decidere di aprire un conto in comune condividendone così sia le spese che gli introiti. Questa formula, particolarmente diffusa all’interno di rapporti di coppia e matrimoni è attuabile anche per soci di un’attività o per persone non necessariamente legate da un rapporto di parentela.
Di base esistono due opzioni tra le quali scegliere ovvero la firma congiunta e la firma disgiunta. Con la prima ogni operazione bancaria sarà possibile solo in presenza di entrambi i titolari, nella seconda basterà la firma di uno solo per potersi muovere liberamente. Un’opzione all’apparenza scontata ma che in alcuni casi potrebbe risultare pericolosa se alla base non c’è un rapporto di solida fiducia. È sempre buona norma chiarire tutti i punti in questione, specie se versamenti e prelievi non saranno alla pari. In caso di pignoramento del conto.
Esiste infine la questione della donazione indiretta. Spesso si pensa che un conto cointestato, in caso di morte di uno dei due cointestatari passi automaticamente a quello ancora in vita. In realtà le cose non sono così semplici, specie se ad alimentare il conto è stata solo una delle due parti. Eventuali eredi, in caso di conto a firma disgiunta, possono infatti pretendere parte dello stesso.
Un caso recente è quello avvenuto nel Luglio 2016 presso il tribunale di Ivrea, dove un nipote aveva aperto un conto con una zia pensando che ciò bastasse a permettergli di escludere gli altri eredi dallo stesso. Al termine della sentenza è infatti emerso che il semplice conto cointestato a firme disgiunte non rappresenta una donazione indiretta e che per esserci tale possibilità è necessario provare che la volontà del defunto fosse appunto quella di donare la sua parte all’altro cointestatario.