Buone notizie per i risparmiatori italiani: i costi del conto corrente sono in diminuzione. Bankitalia, nel suo ultimo rapporto, sottolinea infatti che la spesa effettiva legata alla gestione di un conto corrente “rappresentativo”, nell’arco di tempo che va dal 2010 al 2015, è stata in media di 85 euro. Questa spesa è poi scesa nel 2015 (ultimo anno di monitoraggio) a quota 77 euro. La contrazione di 8 euro è attribuibile alla diminuzione degli oneri fissi e nello specifico ai minori canoni annui.
L’indagine, così come del resto spiega la stessa Bankitalia, prende come riferimento “la spesa media di gestione di un conto corrente sostenuta da un campione rappresentativo di famiglie sulla base delle commissioni addebitate e dell’operatività documentata negli estratti conto di fine anno”. Nell’ultimo lustro, questa spesa è andata diminuendo sempre più con una discesa dei costi pari al 3.4% su scala annua.
Si tratta di dati nella gran parte dei casi determinati dalla diminuzione degli oneri fissi, in particolare per quanto riguarda il canone annuo. In calo anche gli oneri variabili legati al costo medio delle varie operazioni.
Nel quinquennio 2010-2015, spiega la Banca d’Italia, “le spese di gestione riferibili ai conti di più recente apertura si sono ridotte più della media”. Ciò è la diretta conseguenza di una diversa composizione del paniere di servizi bancari fatti propri da questi conti. Degno di nota, del resto, è anche il contributo dato dalle offerte commerciali che spesso e volentieri risultano vantaggiose per la nuova clientela.
Si tratta insomma di una situazione in lento ma progressivo miglioramento, importante se si considera soprattutto il fatto che oramai, oggi giorno, avere un conto corrente non è più considerata una libera scelta, quanto invece una vera e propria necessità! E si sa: quanto più migliorano i costi legati al suo possesso, tanto più i consumatori stessi avranno più fiducia nel sistema bancario tutto (e non solo sul fronte dei conti correnti).