Il settore bancario sta attraversando una crisi profonda, e così come questa condizione è nota al semplice correntista, al tempo stesso il fatto che “qualcosa non va” lo percepiscono anche coloro che si stanno occupando dei piani di ristrutturazione delle banche.
Secondo il sindacato dei bancari FABI, sono più di 16mila i bancari che lasceranno il posto di lavoro entro il 2020. Nell’ultimo triennio sono stati bruciati già 12mila posti, e dal 2009 al 2016, fanno sapere dal sindacato, sono stati tagliati sul territorio nazionale la bellezza di 3.972 sportelli (di cui 1.697 nell’ultimo triennio).
Ultima vittima sacrificale di questa sforbiciata al comparto bancario è Bnl, controllata italiana dai transalpini di Bnp Paribas, che con il piano di ristrutturazione previsto per il suo caso si ritroverà a dover fare i conti con un taglio di 700 dipendenti e con la chiusura di 100 sportelli. Secondo indiscrezioni di stampa, all’interno dell’istituto si starebbe valutando anche una riduzione del 30% degli incentivi al personale.
Insomma, anche in Bnl così come molte altre banche che operano nel mercato odierno, c’è il desiderio (se non proprio la necessità) di fare un profondo restyling. Un restyling che passerà anche dall’apertura a Milano di un centro per “grandi clienti”.