Le imprese italiane, stressate da anni di crisi, chiedono in banca mutui, prestiti, finanziamenti e fidi sempre meno per realizzare investimenti e sempre più per far fronte ai problemi di liquidità. Questo è quanto, tra l’altro, è emerso da un Rapporto al quarto trimestre del 2012 a cura di Format Ricerche e della Confcommercio-Imprese per l’Italia attraverso l’Osservatorio sul credito per le imprese del commercio, del turismo e dei servizi.
Dal Rapporto si evince anche che sono in calo le imprese che chiedono finanziamenti in banca. E chi lo chiede nel 40% dei casi non lo ottiene a conferma di quelle che sono le attuali criticità e restrizioni nell’accesso al credito. Così come ci sono casi di ottenimento da parte delle imprese di prestiti bancari ma di importo inferiore a quello che è l’importo inizialmente richiesto.
In questo caso viene confermata l’opinione comune secondo cui le banche continuano ad erogare credito con il contagocce anche quando l’impresa che bussa alla porta dell’Istituto di credito è sana.
Il Rapporto dell’Osservatorio sul credito per le imprese del commercio, del turismo e dei servizi rivela come si inizino a registrare diffusamente problemi di liquidità anche nel Nord-Est dove il sistema imprenditoriale si è dimostrato essere in questi ultimi anni più virtuoso e più resistente alle avversità legate alla crisi.
Ed il tutto a fronte di una crisi del credito che è accompagnata da un andamento sfavorevole delle condizioni applicate alle PMI. Si va infatti da tassi di interesse più alti alle maggiori garanzie richieste e passando per riduzioni della durata del credito, richieste di rientro dai fidi ed aumento generalizzato dei costi per l’accesso e per la fruizione dei servizi bancari.