I tassi d’interesse, comprensivi delle spese accessorie, sui mutui per l’acquisto di abitazioni erogati nel mese di febbraio alle famiglie sono aumentati lievemente al 4,61% dal 4,55% del mese precedente, mentre quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono aumentati al 10,10% dal 9,91% di gennaio, spiega Bankitalia
L’Italia, pertanto, si muove in controtendenza rispetto a quel che avviene nell’are Euro. La Banca Centrale Europea ha rilevato, infatti, che il tasso medio sui mutui di durata oltre i 10 anni, che rappresentano un terzo dei nuovi mutui ipotecari, è sceso al 3,95% in febbraio dal 4,03% in gennaio. E’ sceso anche il tasso medio sui nuovi mutui a tasso variabile.
Diverse le analisi, invece, che si soffermano sul trend delle richieste di mutuo. Secondo una recente ricerca le richieste di mutuo sono calate negli ultimi 9 mesi del 9%, con una riduzione dell’importo medio richiesto, passato dai 160 mila euro ai 146 mila euro, e con un allungamento dell’età del richiedente rispetto a solo un anno fa (dai 36 anni oggi si tocca i 37 anni).
L’immagine che ne deriva è che l’accesso ai mutui casa è diventato sempre più una possibilità limitata a chi già in possesso di risparmi. Qualora non se ne abbia ancora la disponibilità, occorre costruirsi una solida posizione economica e per farlo occorre tempo. Si può allora ipotizzare che l’età media delle richieste subirà nel corso dei prossimi anni ulteriori allungamenti.
I mutui 100% del valore dell’immobile sono diventati sempre più un caso raro, in quanto le banche tendono a erogare prestiti al massimo tra il 60-80% del valore della casa, a fronte di solide garanzie reddituali e patrimoniali. D’altronde la dinamica tutta Italiana dei tassi dei mutui mostra inequivocabilmente che, a parte sporadici casi, le banche tengono ancora stretti i cordoni dei finanziamenti e sono diventate, al contempo, più selettive. E all’orizzonte politiche volte a rilanciare il mercato immobiliare non se ne vedono.