La lettera terribile del Fisco, in piena estate: controllate la posta

Il controllo fiscale può arrivare in qualsiasi momento, in quel caso specifico non c’è scusa che tenga, seppur valida.

Controlli del Fisco (Fonte foto: web)

Il fisco può arrivare in ogni momento nelle nostre vite, per dirla in termini poco più che pratici. Può decidere di presentarsi e fare le sue richieste o meno di adesione. L’invio dei documenti in seguito alla richiesta di un accertamento fiscale, ad esempio, i casi ci dicono che può succedere in ogni momento che lo Stato arrivi e pretenda di vedere rispettare le sue richieste. A questo punto resta ben poco da fare, sei in ferie? Cambia davvero poco.

Il caso di una imprenditrice che non è riuscita a rispondere alla richiesta del Fisco è emblematica. La donna si trovava in vacanza, impossibilitata quindi a leggere la posta ricevuta e quindi a rispondere. Succede che la condizione non va considerata tale da non rispondere alla convocazione del Fisco, anche se l’interpretazione è abbastanza controversa in quanto da sia ragione in un primo momento, che torto, alla nostra imprenditrice, coinvolta in questa rocambolesca storia.

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Quando il fisco chiama, non c’è vacanza che tenga: avere la meglio è quasi impossibile

Scadenze Fisco
Foto © AdobeStock

Stando alla legge non si può contestare una richiesta del Fisco se si è in vacanza, quindi impossibilitati a rispondere alla richiesta di documentazione e quant’altro. La Corte di cassazione si è espressa in merito valutando la spinosa questione. La contribuente di cui sopra, l’imprenditrice di cui si diceva, si è vista respingere il ricorso contro il Fisco per aver risposto troppo tardi alla richiesta di accertamento fiscale. La donna, ha dovuto successivamente pagare le relative sanzioni annesse al ritardo maturato nell’invio stesso dei documenti.

“In tema di accertamento tributario, occorre distinguere l’ipotesi in cui la richiesta dell’amministrazione finanziaria di documenti al contribuente sia stata inviata mediante questionario da quella in cui sia stata avanzata, nel corso di attività di accesso, ispezione o verifica, atteso che – ferma sempre la necessità, in ogni ipotesi, che l’amministrazione dimostri che vi era stata una puntuale indicazione di quanto richiesto, accompagnata dall’espresso avvertimento circa le conseguenze della mancata ottemperanza”.

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Bizzarra l’interpretazione che vedrebbe la donna sia innocente che colpevole, situazione assai particolare e paradossale per certi versi. La conclusione, con riflessioni varie annesse, pare vada verso una direzione abbastanza chiara. Anche se non si è in casa da settimane bisogna recepire le richieste del Fisco e magari anche rispondere. Mha, chissà come poi.

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